THE SCRIBBLERS - Esnore (Curated by GROG)
Text: Judy Rhum
Direction: Simone Natale
Questo capitolo di THE SCRIBBLERS si concentra su un writer che abbiamo incontrato durante le nostre continue ricerche — Riconsiderate tutto ciò che avete visto sino ad ora, questa intervista ci porta per le strade di Santiago del Cile, facendoci immergere nel bisogno di ESNORE di cercare un linguaggio nuovo e mai visto prima.
To be continued: philosophy, research, resilience.
Quando il graffito è sia un fedele alleato che una ragione di vita per migliorarsi.
Esnore ci porta dove niente è lasciato al caso, ponendoci in fronte ad una fitta e riflessiva serie di vere e proprie “esercitazioni su muro”. Un mix di ricerca persistente, analisi paziente, prove e anche errori: questo è il processo che porta il writer ad avere, ad oggi, una consapevolezza incredibile del segno nello spazio; mescolando geometrie inaspettate che si trasformano in lettering di un linguaggio alieno o glifi futuristici, dove anche tracking e kerning sono precisi al millimetro.
Da dove cominciamo la storia di Esnore, quindi? Probabilmente con una timeline checontestualizza le dinamiche che lo hanno spinto ad intraprendere questo lungo appassionato viaggio e che - come spesso succede alla maggior parte dei player - lo ha visto trascorrere più tempo in strada che in casa, così che i graffiti sono diventati un solido sinonimo di comfort zone…
"Ciao a tutti, mi chiamo Mauricio, ho 31 anni e vivo a Bajos De Mena, Puente Alto, Cile."
Iniziamo dalla domanda più basilare, al punto che potrebbe sembrare banale e noiosa per i lettori, ma la faccio perché so che hai una storia quasi unica: come hai iniziato e cosa ti ha spinto a ad avvicinarti al mondo dei graffiti?
E: Ho cominciato a fare graffiti quando avevo circa 4 anni, per curiosità. È iniziato come un divertimento, ma avendo costantemente a che fare con problematiche in famiglia fin da piccolo, è diventato un modo per sfuggire e allontanarmi da quella che era la mia realtà. Il risultato è che a 9 anni passavo più tempo per strada che a casa, e i graffiti sono diventati per me una sorta di “scudo protettivo”, aiutandomi a sopravvivere e a stare al mondo.
Ogni mezzo di protezione si trasforma in tecniche di resilienza: come ti hanno aiutato nel concreto i graffiti a far fronte a queste sfide?
E: questo medium già all’epoca era il mio fedele compagno e col tempo ho capito che i graffiti stavano diventando un obiettivo di vita, e come tutti gli obiettivi che ti prefiggi, ti danno una speranza per migliorarti. Occupavano la maggior parte dei miei pensieri e li praticavo regolarmente. Durante questo percorso, ho incontrato persone più grandi di me e anche molto sagge, che mi hanno guidato e mostrato vari punti di vista. Grazie ai loro insegnamenti ho capito molte cose, soprattutto i cosiddetti "codici della strada” per dipingere. Ho imparato a osservare e apprezzare il lavoro degli altri, utilizzandolo
come riferimento costante. Nel tempo, ho sviluppato il mio stile attraverso molti tentativi ed errori.
Oltre a questa “addiction” per l’analisi e la ricerca, parliamo della tua evoluzione. In quale momento la passione per il disegno si è trasformata in un'ossessione per la scrittura? Non fraintendermi, la chiamo “ossessione" perché il tuo portfolio di lettering mostra una vasta collezione di metodi e approcci, anche molto meticolosi a volte. Qual è stato il punto di svolta che ti ha fatto intuire di poter persino inventare il tuo alfabeto?
E: Disegnare è sempre stata una mia passione, che mi ha portato poi ad avvicinarmi al mondo dell'arte. Ho trovato interessante combinare le mie abilità artistiche con i graffiti, che inizialmente si concentravano su tag, pezzi e throw-up. Questo ha portato a un processo evolutivo sorprendente, aiutandomi a sviluppare la mia visione artistica e creare opere che vanno ben oltre la mia percezione iniziale dei graffiti; fino a concepire tag, lettere, character dal sapore completamente astratto, che potessero invitare o sfidare sia me che lo spettatore a una continua riflessione.
"Nei graffiti, per poterci davvero evolvere dobbiamo liberarci della paura del cambiamento."
Una sorta di loop, insomma! Molte menti creative che si sviluppano in questo ambito, spesso, ad un certo punto del loro percorso artistico si trovano di fronte a un bivio: esplorare ulteriormente e sviluppare nuovi approcci, o "restare fedeli" alle radici e migliorare le tecniche acquisite? Come riesci a bilanciare e mantenere la tua “street cred” (per riassumerla in maniera molto veniale), mentre evolvi la tua visione artistica?
E: Col passare del tempo, mi sono trovato a mio agio lavorando in modo indipendente, di solito con la ripetizione in serie e, semplicemente, creando un'immagine riconoscibile senza perdere l'essenza della mia “street presence”. Ho capito che non c'è una sola versione di me e devo sempre lavorare con amore e rispetto, sia per me stesso che per l'ambiente, indipendentemente dal fatto che ciò che faccio sia legale o meno. Devo essere onesto; attualmente non mi guadagno da vivere con la mia arte e affronto molte sfide quotidiane. Lavoro instancabilmente cercando opportunità per andare avanti.
Quest’ultimo punto che hai toccato è una nota dolente per molti ed è sicuramente “relatable” in tutto il mondo. È un campo difficile, specialmente quando si tratta di una nicchia specifica come l’hand-style. Cosa ti spinge a continuare a perseguire la tua arte nonostante queste sfide? Hai qualche consiglio o incoraggiamento per chi sta seguendo un percorso simile o per chi è più giovane?
E: Vivo la mia passione al massimo e sono orgoglioso del mio lavoro, sentendomi fiero di chi sono e spinto da piccoli traguardi, come fare una semplice tag. Questi principi hanno plasmato il mio lavoro attuale e la mia visione della vita, imparando dal mio passato, essendo consapevole del presente e lottando per un futuro migliore. Voglio ispirare le nuove generazioni, incoraggiandole a perseguire i loro sogni e a cambiare così il loro destino, per quanto possa sembrare cupo.
Nel 2023 sei stato uno degli scrittori scritturati da Grog per la serie “Ink Heads”, mostrando una serie di azioni abbastanza ipnotiche per le strade di Santiago del Cile nell'episodio n. 22. Puoi dirci di più su questo progetto e soprattutto sull’evidente concept che hai plasmato dietro di esso?
E: Questo progetto è nato dalla necessità di trovare nuovi modi per fare emergere la mia firma in strada, volevo ritagliarmi uno spazio creativo evitando di affidarmi alla memoria ripetitiva e alla routine. Ecco perché nell’episodio tengo un foglio di carta in mano - si tratta di alcuni studi e schizzi che volevo riprodurre esattamente come mi erano venuti su carta - come guida per eseguire l’azione con un approccio più illustrativo. Infine, i tre punti dopo ogni firma sono di sospensione, significa che questo continuerà…