Interview & translation: Federico Chiozzi, Luca Savoldelli
Editing: Corrado Piazza

Siamo a Milano nell’aprile del 2006, fa già caldo in città: non si sta più nella pelle con la primavera che incalza e il Milan di Ancelotti sta per vincere il derby grazie a una sforbiciata di Kaladze. Qualcuno non era ancora nato, altri invece, avevano già intrapreso una di quelle strade per cui la bella stagione significa una sola cosa: più pezzi e più pannelli.
Esce quel mese GraffZoo #3, con un bel window-down di Pane (TRV, former ETC) in prima pagina. Fra coloro che potevano avere tra le mani quell’uscita, c’era probabilmente qualcuno in panico per l’imminente maturità, oppure qualcuno che si sentiva sottopagato alle prese con uno dei primi lavori nella sua vita da giovane adulto e, magari, c’era persino chi stava per dare gli ultimi esami all’università prima di discutere la tesi di laurea.
Esattamente come il protagonista dell’intervista che abbiamo estratto dai nostri preziosi archivi.
Beccatevi le parole di un giovane Lama!

Ok, presentati a quei lettori di Graff Zoo che non ti conoscono.
L: Ho iniziato, verso i quattordici anni. Nel ‘92, ‘93. Frequentavo l’artistico di via Padova dove ho avuto i primi contatti: Woze, 2Cake, i Tgf, Ders, Trep, tutta gente che frequentava la scuola. Con loro non ho legato molto, ma ho cominciato a vedere cose che mi piacevano. La zona poi era quella giusta, l’Anfiteatro, il muro dei Tka... Inizialmente dipingevo nella mia zona, finché non ho iniziato l’Accademia, nel ‘97-’98, lì ho conosciuto gli LK, in particolare Santo, con loro si è creato subito un feeling. Di quel periodo ricordo le nottate di bombing e i primi tag tour. E’ stato proprio un bel periodo, adesso ci si vede un po’ meno. Dal 2002 ho cominciato frequentare ragazzi della mia zona che avevano formato la Yea: Rapido, Deco e Fanbo. E’ stata la svolta, con loro ho cominciato a fare le cose con più testa, ragionando su come usare gli spray, lavorando sullo studio della lettera e… tutto quello che ne consegue, tutto l’amore nato nel momento in cui ho cominciato a conoscere a fondo la materia.

Poco tempo fa abbiamo fatto una conversazione sul significato della crew, ci siamo ripromessi di approfondire l’argomento in occasione di questa intervista.
L:
La crew è una questione di amicizia e la si vive in questo modo. Non si dipinge con Tizio perché è figo o con Caio perché fa tanti treni. Ho sempre dipinto con gente che conosco e che frequento indipendentemente dal writing. Sono amici e persone di cui senti di poterti fidare totalmente. Ci si fida a vicenda, si fa gioco di squadra.

Mi hai detto che per te è un onore uscire su GZ visto che prima di te sono passati Rax e Sky. Cosa mi dici di loro? Li conosci?
L:
Questa è una di quelle classiche domande di cui tutti sanno già la risposta (almeno quelli che la vedono come me). Sky e Rae sono due delle colonne portanti della Milano di ieri e di oggi. Quando ero ragazzino facevano parte di quella rosa di nomi che citavo a bassa voce tanto era il rispetto; non essendo uno che frequentava i “giri”, non ebbi occasione di conoscerli. L’immaginavo e basta. Qualche anno fa sono entrato in contatto con entrambi e con Sky mi è capitato di dipingere alcune volte. Conoscerli non ha fatto altro che aumentare il rispetto che già nutrivo. Oltre che grandi writer sono persone altrettanto valide. Ora smetto, sennò la sviolinata diventa fastidiosa, aggiungo solo che trovo naturale e giusto che due personaggi di questo calibro abbiano influenzato e influenzino tuttora la scena, certe cose dovrebbero essere obbiettivamente riconosciute da tutti. Vederli ancora attivi è una cosa che mi fa bene al cuore, oltre che agli occhi!

Dalle tue parole si evince una grande passione per la Vecchia Scuola di Milano.
L:
Si certo, però io ho troppo una doppia vita, con delle priorità e delle cose importanti che sono nulle per chiunque altro. Per dirti, Askone dei Ckc, ancora adesso non ho idea di chi sia. Ho conosciuto Bang un mese fa e ci sono rimasto sotto per una settimana, a ripensare che sono andato dal tipo a raccontargli le storie, con il book… capito? Però lo dovevo fare. Certo chiunque potrebbe dirmi: “Bang, ma chi cazzo è?”, per me è più importante del Presidente della Repubblica! Poi molte cose si smitizzano col tempo, io ti parlo di passioni nate quando avevo quattordici anni.

Nella seconda metà degli anni Novanta la Milano dei graffiti ha subito una violenta frattura, tu come l’hai vissuta?
L:
Da esterno perché all’epoca non dipingevo molto. Le stesse cose che avevo sempre visto da un certo punto in poi non ci sono più state... è cambiato tutto! Ma va bene anche così, è stata una cosa naturale. La gente ha fatto una svolta ed è andata bene così. Io ho incominciato a dipingere proprio nel momento della svolta riprendendo le cose vecchie che piacevano a me. Chiaro, per gusto personale io preferivo di più la vecchia scuola e le cose dei Ckc, dei Tka...

Credo che questo sia riscontrabile anche dal modo in cui dipingi.
L:
Per me questo è un complimento. Però io non penso si noti tanto.

Uno che conosce bene entrambe le cose non fa fatica a collocarti dal punto di vista stilistico. A livello di tratti e tecnica tu dipingi ancora sul “fine” ma, paradossalmente, hai finito col dipingere molto di più nel secondo periodo (pur restando saldo ai “ valori” del primo).
L:
Vero, anche se chi ha cambiato totalmente la mia maniera di dipingere è stato Chob: quando ho conosciuto lui ho cambiato, non tanto a livello di stile ma proprio a livello di manualità. Ho imparato a fare le cose divertendomi. Allora vedi che le linee cominciano a girare, ci prendi la mano e via. Chob poi ha una mano della Madonna, non ho mai visto una roba brutta sua. Tramite lui ho visto anche le cose di Grey e Amaze. Loro mi piacciono proprio. Hanno un modo funky di fare le lettere però ispirato alla vecchia scuola. Un altro writer che adoro, è Cazter, è proprio un idolo, quando ho visto le sue cose sono rimasto flashato quasi come a vedere le vecchie robe dei Ckc.

Milano, Bologna, Firenze e Roma: secondo te c’è altro in Italia?
L:
Non ho mai girato tanto anche perché non conosco nessuno che dipinge fuori Milano, e poi sono un timido. La timidezza è brutta, non ci puoi fare un cazzo, ce l’hai, te la tieni e basta. Ultimamente sono andato a Roma dove non ero mai stato. E’ una roba completamente diversa da Milano, cazzo scendi in metro e sembra New York. Sono stato in Veneto, ecco, in Veneto c’era una bella scena anni fa, ma non mi viene in mente altro.

Secondo me Bari ha un’ottima scena.
L:
Ah già, loro spaccano, quest’estate sono sceso in Puglia e li ho conosciuti. Sono parecchio old, dipingono da un botto anche se se ne sono stati per i cazzi loro a lungo. Una volta era così: Milano aveva la sua scuola, Firenze la sua, Padova, Vicenza, Bologna… ultimamente si sta perdendo. Colpa di Internet.

Colpa di Internet?
L:
Colpa, merito, all’inizio anch’io ho messo le mie cose, nessuno le aveva mai viste, poi la gente le ha viste… è il motivo per cui sto parlando qua adesso.

Così ti sminuisci.
L:
Adesso conosco il 200% di persone in più, per quello ti dico che è utile. Anche se mi è sceso tutto. Mi ero gasato, mettevo le foto ma poi la gente vede le robe e, non so come dire, è troppo facile. Non c’è più lo studio che è la base. Ti devi smazzare chili di carta e non chili di fanze.

Cosa ne pensi della Street Art?
L:
Ad un certo punto credo fosse diventata una moda. Dipende come la vivi; se sei un writer e non la vivi. A me dà fastidio che loro vanno sopra i pezzi, non ti puoi permettere di fare così.
Oppure fallo, basta che non rompi il cazzo! Io però se vedo una storia e ci voglio fare un bombing sopra ce lo faccio, se questa è la risposta che volevi.

No, però va bene lo stesso! Parliamo del futuro, graffiti a parte, cosa combini di bello nella vita?
L:
Sono ad un passo dalla tesi e poi, con un ritardo di anni sul mondo del lavoro, vedrò che cazzo fare. E’ brutto da dire ma mi sto rendendo conto di cose che per tanti anni ho trascurato e adesso cominciano a pressare tutte. Devi trovare qualcosa da fare prima di pensare a quello che ti piacerebbe fare.

Tra vent’anni, tuo figlio fa i graffiti, come lo vedi?
L:
Cosa devo dire? Io devo ancora risolvere il dramma della mia età. Cosa potrei dirgli? Cosa puoi dire a tuo figlio?

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